
Conferenze sul paesaggio: Francesca Lezzi e Mario Polia
Tornano le conferenze del SIMBAS con due professionisti dell’archeologia (Francesca Lezzi) e dell’antropologia (Mario Polia).
FRANCESCA LEZZI
“Dove il paesaggio è specchio dell’anima: luoghi di culto antichi”
“Dove il paesaggio è specchio dell’anima: luoghi di culto antichi”
Con questo intervento Francesca Lezzi cercherà di tratteggiare il “paesaggio religioso” della Sabina, cercando di raccogliere le tante testimonianze archeologiche, note e meno note. Si vuole proporre una riflessione sui modi e sui significati della costruzione del paesaggio religioso, illustrando anche come le testimonianze archeologiche possono offrire uno spaccato dei culti e delle molteplici pratiche devozionali in uso in età antica. Caratteristica comune dei luoghi sacri, ieri come oggi, è la presenza di ex-voto donati alla divinità dai fedeli per implorare un beneficio o a testimonianza di una grazia ricevuta.
MARIO POLIA
“La selva oscura: dèi e démoni della foresta nel folklore d’Europa”
“La selva oscura: dèi e démoni della foresta nel folklore d’Europa”
La “selva oscura” come metafora del cammino verso la conoscenza. Il simbolo della foresta appartiene a un patrimonio comune a tutte le tradizioni europee: ad esso Dante attinge sviluppando la valenza simbolica in una prospettiva eminentemente spirituale dove “selva” rappresenta l’umana natura, con le sue limitazioni e insidie che impediscono di attingere a una superiore conoscenza. Le analogie con tradizioni dell’antichità sono evidenti e significative: dal greco hylé, “materia prima” al latino “materia” che si riferisce al legno (spagnolo madera). La sacralità della selva è un tema che compare tra i Latini nel concetto di “nemus” e “lucus” come luoghi di rivelazioni divine. In Sabina, i “nemora Vacunae” in prossimità del Lacus Velinus costituiscono un esempio illustre. Anche tra i Germani, la selva è dimora di numi e gli alberi sono loro epifanie vegetali.
Auditorium di Santa Lucia – Leonessa