Basilica di Sant'Agostino

 

 

Basilica di Sant'Agostino

 

 

Il complesso conventuale di Sant’Agostino si costituì al tempo della Magna Unio nell’area interessata allo sviluppo urbanistico decretato dal Comune nel 1252. La basilica fu eretta secondo i canoni propri dell’architettura mendicante e decorata all’interno in adesione all’ideale figurativo della Biblia Pauperum.

La controfacciata e le pareti adiacenti conservano ancora interessanti lacerti della decorazione originaria.

Il catino absidale dalle imponenti forme mistilinee era illuminato da vetrate gotiche, distrutte dal terremoto del 1898 e riallestite nella seconda metà del XX secolo quando la basilica ottenne il titolo di parrocchia e furono intrapresi sistematici interventi di consolidamento e restauro, conclusi in anni recenti.

Nel corso del XVII secolo, fu eretto il chiostro e fu ristrutturata l’aula basilicale, provvedendo all’adeguamento liturgico post tridentino mediante l’allineamento degli altari laterali a cornu Epistulæ ed a cornu Evangelii.

Il transetto fu impreziosito dalle cappelle laterali rispettivamente dedicate a Santa Rita da Cascia, raffigurata nella tela del cavalier Lattanzio Niccoli, ed alla Strage degli Innocenti, raffigurata nella tela del pittore Ludovico Carosi da Terni.

Qui è stato collocato il grande affresco della Crocifissione eseguito alla metà del Quattrocento dall’artista reatino Liberato di Benedetto di Cola di Rainaldo, una volta distaccato dalle pareti del refettorio riadattato all’uso di palestra quando per effetto delle soppressioni postunitarie il convento fu adibito a sede del Convitto Municipale.