A pochi chilometri da Rieti, sulla sommità di una collina boscosa, sorge il santuario di Fontecolombo.
Il luogo, all’epoca di san Francesco, era conosciuto con il nome di monte Rainero e solo più tardi assunse la denominazione attuale che si vuole tradizionalmente far risalire ad una limpida sorgente di acque che ancora oggi esiste e che il Santo vide recandosi per la prima volta in questo luogo nel 1217; presso la sorgente si abbeveravano tante bianche colombe e ciò suggerì al Santo il nome di Fons columbarum, e da questa fonte poi si volle dare il nome al santuario.
Nell’estate del 1223 san Francesco giunse a Fontecolombo per scrivere la terza e definitiva Regola dell’Ordine che doveva riassumere la precedente: ritiratosi in preghiera per quaranta giorni in una larga fenditura della roccia – il Sacro Speco – sotto la chiesina della Maddalena, il Santo ebbe da Dio la conferma ufficiale della sua Regola, approvata poi definitivamente da papa Onorio III nell’autunno di quell’anno. Ed ecco che il piccolo santuario reatino divenne, nella storia religiosa del mondo cattolico, il “Sinai” francescano, un luogo sacro della fede e di una vita ad essa consacrata.
Nel gennaio del 1226 il Santo tornò in questo luogo per la cauterizzazione del nervo ottico cui egli si sottopose nel romitorio: l’episodio, ricordato dai biografi del Santo che ne lodano il coraggio davanti a “frate foco”, è immortalato in una vetrata della chiesa del convento.
Da visitare la chiesa, il Romitorio, il Sacro Speco con la cappella di s. Michele, il chiostro del Santuario.
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